Il Cammino del Risveglio Spirituale e del Lavoro su di Sé

Ci dimentichiamo chi siamo davvero perché, nel momento in cui l’Anima entra nella materia, si identifica completamente con l’apparato psicofisico: il corpo fisico, quello emotivo e quello mentale.
L’Anima, incarnandosi, prende questi tre corpi e li costruisce come strumenti di esperienza. Ma, nel farlo, dimentica la sua origine divina e crede di essere quei corpi, confondendo la propria essenza con l’identità terrena.

Così, da una parte, abbiamo un’Anima che ha dimenticato se stessa, e dall’altra una personalità che crede di essere sveglia, ma che in realtà è addormentata, prigioniera dei condizionamenti, delle abitudini e delle automatizzazioni che ha assorbito nel corso della vita. Noi non siamo la nostra personalità.

Il Risveglio inizia quando qualcosa dentro di noi non ci convince più.
Quando, pur avendo tutto ciò che la società ci dice essere necessario per sentirci realizzati, ci sentiamo vuoti, inquieti, insoddisfatti.
Ecco il primo spiraglio da cui entra la luce: quello spazio interiore in cui nascono domande come “Chi sono veramente?” o “Qual è il senso della vita?”.
È l’Anima che bussa, che ci chiama a ricordare.

Da lì, se lo desideriamo, inizia il nostro cammino di ritorno a Casa.
Passo dopo passo, ad ogni sforzo di presenza, ad ogni atto di auto-osservazione, ad ogni scelta consapevole, costruiamo la nostra Anima.

Foto di Sven Lachmann da Pixabay

Il lavoro su di Sé diventa allora la strada stessa di questo viaggio: osservare senza giudizio, accogliere le emozioni, riconoscere i pensieri e i meccanismi che ci muovono…

Quando iniziamo ad osservare, ci rendiamo conto che non siamo la nostra mente, né le emozioni che proviamo, né i ruoli che interpretiamo.

Siamo la Coscienza che osserva tutto questo.

Il lavoro su di Sé richiede la volontà di guardarsi in profondità, di accogliere anche le ombre, i limiti, le paure…
di stare nell’emozione, senza reprimerla né negarla.
E in quel semplice, ma potente, atto di presenza, l’Anima si risveglia.

Tuttavia, ci risvegliamo solo quando è il momento.
Non possiamo forzare il risveglio, non possiamo decidere noi il “quando”.
Il risveglio accade. L’apertura del cuore avviene spontaneamente, al momento giusto.

È un po’ come addormentarsi: non possiamo dire “alle 22:12 mi addormento”. Possiamo prepararci, rilassarci, creare le condizioni ideali… ma il sonno arriva quando è pronto per arrivare.

Lo stesso vale per il risveglio. Possiamo prepararci, coltivare la presenza, lavorare su di noi, praticare meditazione, auto-osservazione e ricorso di Sé…
Tuttavia, il “quando” non è nelle nostre mani.
Accade… punto.

Questa ultima intuizione l’ho compresa dopo aver letto nel libro di Salvatore Brizzi “Come la pioggia prima di cadere”, la storia di Felipe Garcia che più o meno è così:

Immagina di addormentarti e di sognare di essere un personaggio all’interno del tuo sogno. Tu stai dormendo disteso nel tuo letto, ma all’interno del sogno ti chiami Felipe Garcia, un ispanico che possiede una tabaccheria e vive con la propria moglie ed i propri figli.

Ad un certo punto la sua attività va in crisi, di conseguenza anche lui va in crisi.

Garcia allora comincia ad interessarsi di crescita personale, comincia a farsi domande, a leggere libri, a fare corsi spirituali per capire come stanno veramente le cose. Dopo diversi libri e corsi, Garcia capisce che la realtà che sta vivendo è solo un’illusione e che se fosse sveglio vedrebbe la situazione completamente diversa, per come realmente è.

Garcia comprende di essere all’interno di un sogno: il suo obiettivo, quindi, è quello di svegliarsi da questo sogno”

Quindi, se Garcia è dentro ad un sogno, cosa può fare per svegliarsi?

Niente… In realtà, colui che si deve svegliare non è Garcia, ma colui che sta sognando Garcia, il sognatore.

Ed ecco il paradosso.
Garcia sa di essere un sogno, ma non può fare nulla per svegliare colui che lo ha creato: il Sognatore.
Lui, le persone, gli eventi, la tabaccheria... tutto ciò che esiste nel sogno è fatto della stessa sostanza del Sognatore stesso. Solo il Sognatore potrà svegliarsi — e accadrà quando sarà il momento.

Noi, come Garcia, possiamo soltanto continuare il nostro cammino interiore: osservarci, ricordarci di noi stessi, trasmutare ciò che è pesante e denso in luce e consapevolezza, alimentando il nostro Fuoco Interiore.
È questo il vero lavoro su di Sé: la via silenziosa del ritorno alla nostra Essenza.

E un giorno, accadrà.
Ricorderemo chi siamo davvero.
Non saremo più identificati con il nostro apparato psicofisico, ma con la nostra Anima.
Avremo trovato il nostro Centro di Gravità permanente, e da quel momento in poi saremo i Padroni della nostra Anima.

Ti invito ad essere paziente con te stessa e con il tuo processo.
Pratica la Presenza con costanza, anche quando ti sembra di non avanzare. Non sono i risultati ma lo sforzo che ci metti nel praticare gli esercizi che permette la trasformazione.
E se ancora senti che da sola non riesci a sciogliere alcune emozioni, permettiti di chiedere supporto: fa parte del cammino. Ogni passo consapevole ti riporta un po’ più vicino alla tua Anima.

Un abbraccio.

Rachele


Immagine di copertina Foto di Noel Bauza da Pixabay

Avanti
Avanti

Il mio Animale Guida: Il Serpente. Forte Connessione con il segno dello Scorpione